martedì 30 novembre 2010

Rien.

La vita si accontenta di poco, lo diceva sempre qualcuno, forse al bar della piazza o forse da tabaccaio mentre giocava al totip. Ricordi di bambino. Il totip. La sip. Il bar della piazza.
La vita si accontenta di poco, non è vero, vorrei dirglielo, incontrarlo con la schedina in mano e dirgli, lei si sbagliava di grosso. La vita non s'accontenta per niente. E' lei che si è accontentato, forse. Ma sono fatti suoi.
Forse perché non concludo niente, per questo non so accontentarmi. Come può bastare il nulla? Manca addirittura il soggetto, l'oggetto, la cosa da inseguire.
Mi accontento forse di prendere il treno? Mi piace forse star qui stipato sul tram tra gente che puzza e che parla una lingua che non conosco? Tra vecchie donne con la borsa della spesa e in testa solo l'interrogativo, stasera cosa cucino? E di quel giovane che è entrato alla scorsa fermata con il suo cane molossoide e tendente all'aggressività, tutto apparenza e moda dissidente.

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