martedì 8 giugno 2010

L'uomo con la pancia rossa, prima parte

Oggi sono venuta a Roma per la seconda volta in vita mia. In mezza giornata ho visto molto di più di due anni fa, quando non feci altro che dormirci, in capitale, e transitarci per raggiungere Ostia.
Ora sono seduta nel dehor di un baretto al di là del Ponte Sisto e ho esigenza di scrivere questo post, che trascriverò appena possibile.
Fino alle 17:30 sono stata impegnata in un convegno. Quando ne sono uscita ha cominciato a piovere. E poi a diluviare.
Avevo appena attraversato il primo tratto di ponte sull'Isola Tiberina e genialmente ho pensato di ripararmi sotto ad un balcone. Dopo pochi istanti il mio sguardo è stato catturato dalla figura di un uomo.
Fermo, sul ponte, con le mani appoggiate al cornicione. Un uomo enorme sotto il temporale. Guardava il Tevere e il cielo.
Poi si è mosso e s'è girato verso la mia direzione. Ha cominciato a camminare verso di me. Nelle mani teneva due bastoncini da sci, con i quali si aiutava a camminare. E la giacca e la camicia che aveva indosso erano completamente slacciate.
Aveva la pancia grande e nuda all'aria.
E la sua pancia era colorata di rosso.
Da lontano pareva lo avessero colorato con una bomboletta spray.
Io, già da un po', gli avevo fatto delle fotografie con la mia comoda macchina digitale. Quando gli ho visto l'addome non ho resistito e gli ho fatto un video.
Lui continuava a camminare, verso me, e così ho messo via la macchina fotografica.
In pochi secondi mi era accanto.
"Mica starà piovendo?" mi chiede.
"No, solo un po' " gli rispondo.
E continuo "Secondo lei dura ancora per tanto?"
"Assolutamente no, sta già schiarendo"
Era vero, verso San Pietro il cielo era chiaro.
Con calma s'è appoggiato al davanzale al quale poggiavo la mia schiena. Ha legato la sua borsa bianca di tela alle inferriate.
"Non ha freddo?"
"No. Io non ho nè freddo nè caldo e non ho mai fame nè sete."
"Allora lei è senza corpo!" gli ho detto sorridendo.
Lui si è palpato un braccio e m'ha risposto "Probabile".
La coppia spagnola che si riparava accanto a noi è andata via, sotto l'acqua.
"Stia tranquilla non è sangue. E' marmellata"
"Marmellata?"
"No, non è vero, è una medicina che sto prendendo" e s'è chiuso un po' camicia e giacca.
Quel colore rosso quasi fluorescente quasi fucsia lo aveva anche sulle scarpe da ginnastica.
"Si può sapere perché voi romani siete così idioti?"
"Io non sono romana. Io sono di Torino"
Lui ha alzato gli occhi al cielo e ha detto "O madonna santa"
"Scusi, mi spiace!"
"A'jè 'd Turin!"
!Oh, già, boja fauss!"
Ammetto, divertente questo scambio di battute in zoppicante piemontese.
"Ha visto la Madonna?" mi chiede d'un tratto.
"Quale Madonna? No"
"Ecco, allora vada per 12 passi verso di là e alzi lo sguardo. La borsa la può lasciare qui"
"Guardi che mi fido"
"Si fidi"
Lascio la mia borsa di pelle a tracolla e faccio questi 12 passi sotto la pioggia. Mi volto a guardarlo. Mi fa cenno di alzare lo sguardo. E la vedo. Una Madonna affrescata sul muro, a forse tre metri d'altezza. Ai suoi piedi lumini accesi e rose e una tenda da campeggio rossa. Vorrei guardare questa scena per molto ancora, ma invece mi volto e torno dall'uomo con la pancia rossa.
"Roma è una città molto legata all'acqua" mi spiega "Piove, c'è il Tevere ... una volta il Tevere straripò e arrivò all'altezza della Madonna. Quando poi l'acqua ridiscese il lumino che era accanto all'affresco era ancora acceso"
"Davvero?"
"Così si dice"
Poi, chissà, mi chiede "Lei sa quanti porti aveva Roma?"
Taccio con lo sguardo colto in ignoranza. Lui allora mi suggerisce con le dita, due.
"Due!" dico contenta.
"Oh, brava, complimenti"

...... to be continued...

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