lunedì 21 giugno 2010

Cinquecento secoli

Si erano dati un appuntamento, per non perdersi, per essere in qualche modo sicuri di rincontrarsi almeno ancora una volta. Si erano dati un appuntamento sul ponte dove proprio adesso si trovavano, da dove a distanza di pochi minuti ciascuno sarebbe andato in una direzione diversa, lui a destra, lei a sinistra.

Il ponte era larghissimo e lunghissimo, attraversava il grande Fiume Viola della città. Accanto a lui e lei il traffico scorreva fluido e silenzioso, ordinato, incanalato nelle quattro corsie che dalla collina scendevano fin dentro il cuore metropolitano.

Era sera, quell’ora prossima al tramonto, quando nell’aria si sente già il fresco del buio che arriva. Era sera ed era quasi autunno. L’ultimo sole arrivava sull’acqua del fiume come miele, come il dolce miele d’acacia, chiaro, caldo.

Lui e lei stavano parlando di castagne e uva. Camminavano uno affianco all’altra, sfiorandosi appena, senza mai guardarsi. Poi d’un tratto, quando erano a metà ponte, lei s’era fermata. Lui non se ne era accorto e aveva continuato a camminare. Ma lei era rimasta indietro e non accennava a riprendere il cammino. Disse a bassa voce “Quando ci rivediamo?”, ma lo domandò al fiume, forse, o a un’automobile distratta del traffico.

“Quando ci rivediamo?”.

Lui, dopo una ventina di metri, capì che stava parlando da solo, dato che lei non era più al suo fianco. Stava raccontando di quella volta che in bicicletta era andato in collina a rubare qualche grappolo d’uva e … ma dov’è?

“Dove sei?”.

Si voltò per cercarla e vedendola la raggiunse, tornando sui propri passi.

I due rimasero in silenzio.

Dopo qualche istante ripresero a camminare l’uno affianco all’altra.

Il ponte sarebbe finito tra poco. Lui avrebbe girato a destra, lei a sinistra.

“Dovremmo rivederci” bisbigliò lui.

Lei accennò un sorriso.

“Quando ci rivediamo?” chiese lui.

“Quando ci rivediamo?” gli fece eco lei.

Silenzio.

“Tra cinquecento secoli”.

Cinquecento secoli. Le menti di entrambi fecero fatica per visualizzare su una ipotetica linea del tempo quella distanza temporale.

“Va bene” disse dopo poco lei.

“Va bene” le fece eco lui.

Silenzio.

“Dovremmo decidere un posto, per essere sicuri di incontrarci”.

“Giusto”.

“Incontriamoci qui, su questo ponte” propose lei.

“Ma ci sarà ancora questo ponte?” chiese perplesso lui.

Silenzio.

"Certo".

Il ponte presto terminò. Le loro strade si sarebbero divise.

“Allora ci vediamo qui tra cinquecento secoli”.

"Qui, tra cinquecento secoli".

Poi il tempo finì.

Lui girò a destra.

Lei girò a sinistra.

Entrambi si voltarono per vedere la schiena dell’altro allontanarsi. Prima si voltò lei. Poi si voltò lui.

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