lunedì 3 maggio 2010

Da "Paroxetina", about BLA.

Nel racconto "Bla", ad un certo punto, si parla di Giorgio.

... Nel tempo che mi sembra d'aver riscoperto, vedo davanti a me tutti i personaggi marginali che ho incontrato prima di adesso. Persone che adesso sto imitando.

Ricordi Giorgio? Lo abbiamo conosciuto insieme. Gli abbiamo portato una coperta e un piatto di pasta caldo. Noi si era seduti tranquillamente di fronte all'Abbazia della Misericordia, a parlare e ridere e progettare il futuro. Lui si è avvicinato e ci ha chiesto una sigaretta. Tu gli dicesti, se vuoi ho del tabacco, e da lì nacque tutto.

Ecco, se adesso cerchi di vedermi, pensa che sono come Giorgio. Senza casa, senza mutande pulite. Pensa anche che in cuor mio spero di trovare una persona come te, che non mi allontani se mi avvicino, che mi offra una sigaretta di tabacco e che mi chieda, come ti chiami?

Già, come mi chiamo?


Giorgio è una persona che ho conosciuto a Venezia, ormai quattro anni fa. Non so più dove sia, se sia ancora vivo, cosa stia facendo, se poi effettivamente sia riuscito a raggiungere Medjugorie. Da un giorno all'altro non l'ho più visto, se non poco prima di lasciare la città, un pomeriggio. L'ho intravisto dal vaporetto, sotto i portici dell'Erbaria di Rialto e allora l'ho raggiunto. Lui non mi ha riconosciuta. Aveva la pancia più gonfia delle ultima volte, era più sconvolto, più confuso. Non mi guardava in faccia, parlava a vanvera, parole caotiche.
Quando lo conobbi, Giorgio trascorreva le sue giornate lungo le Fondamenta della Misericordia, vicino al Ghetto Ebraico di Venezia, dove vivevo. Mi stupì molto la sua intelligenza, i ragionamenti arguti e vivaci che faceva, tra un mozzicone di sigaretta e l'altro. Lo andavo a trovare spesso, mangiavamo insieme seduti lungo le rive del canale.
Qualche volta venne a casa, tra gli sguardi stupiti dei miei coinquilini. Poi, una sera, decidemmo che era meglio non salisse più. Quella sera Giorgio cercò di basturbarsi seduto sul divano, guardando insieme ad altra gente una partita di calcio alla tv.
Altalenava periodi tranquilli e gioiosi a periodi totalmente sedati. Quando lo curavano, come diceva lui, chissà chi poi, era irriconoscibile. Si svuotava, si trasformava in un'ombra sciatta, anche se era sempre pulito e indossava vestiti nuovi.
A lui stare a Venezia piaceva tanto perchè non c'erano le automobili. Non ho mai capito di dove fosse originario e se avesse una famiglia. Sbiascicava di parenti tiranni e questioni di soldi, nulla di preciso, nulla di chiaro.
Voleva raggiungere Medjugorie per vedere la Madonna, questo era quello che diceva sempre. Voleva trovare i soldi per il viaggio, ma non ne aveva. Aspettava un'eredità importante, diceva.
Giorgio è stata una delle persone più interessanti che ho conosciuto. Molto, molto intelligente, nonostante tutto. E mi ha lasciato in eredità tantissimi pensieri.

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