venerdì 13 agosto 2010

Saudade.

Ennesima estate torinese. Scrivendo questo post, mi domando quanto lecito sia io usi questo spazio per parlare di nulla.
Nulla di tutto. Piove, gocce grandi e pesanti si staccano da un cielo scuro. Freddolosa come sono, indosso jeans e maglia di cotone.
Cerco svogliatamente sul web un qualcosa che reindirizzi la mia vita, come dire, lavorativa. Nulla. Pare l'arte vada avanti a volontariato e pare anche che i volontari non abbiamo necessità di pagare l'affitto e il panettiere. Beati loro.
Città semildeserta. Ferragosto alle porte. Avessi almeno una vecchietta con cui organizzare un pranzo.
Ho voglia di imparare una nuova lingua. Imparerò il portoghese. Me ne andrò in Portogallo, Lisbona, Coimbra, Oporto. Oceano. Schiuma bianca. Scogliere. Sali e scendi. Stradine strette. Saudade.

"...questa inesplicabile sensazione di rimpianto, di mancanza, e al tempo stesso desiderio di raggiungere l'inaccessibile, malinconico bisogno di utopia che è poi l'orizzonte stesso, un sentimento che i trovatori medievali chiamarono saudade e da allora in nessuna lingua si è trovato un termine appropriato per tradurlo." (P.Cacucci)